Allergie e lavoro, le professioni più a rischio

Le allergie al lavoro sono un rischio che non va sottovalutato, specialmente per alcune professioni che risultano particolarmente interessate.
Un’allergia è una risposta immunitaria anomale dell’organismo in risposta al contatto con una sostanza, definita allergene. Normalmente tali fenomeni interessano l’apparato respiratorio, gli occhi e la cute. Le allergie nei luoghi di lavoro costituiscono un rischio da non sottovalutare. Un soggetto già allergico, infatti, può vedere peggiorare la sua situazione a causa del contatto con un agente sensibilizzante nei luoghi di lavoro. Allo stesso modo, un lavoratore sano può veder insorgere il disturbo per le stesse ragioni.

Le professioni e settori più a rischio allergie

Alcune professioni e alcuni settori risultano più predisponenti di altri all’insorgenza o al peggioramento di una condizione allergica, a causa della natura dei materiali con cui il lavoratore si trova a venire a contatto. I principali sono:

  • Agricoltura e trasformazione di vegetali: a causa del contatto con vegetali, agenti biologici, proteine di origine vegetale o animale, gomma e sostanze chimiche come pesticidi e fertilizzanti
  • Lavorazione e trasformazione del legno: a causa del contatto con la polvere di legno, legni esotici irritanti, vernici, colle e resine sintetiche.
  • Alimentare e ristorazione: a causa del contatto con farine, acari, muffe, enzimi, fumi di cottura, alimenti, disinfettanti, detergenti, gomma e lattice.
  • Chimica, Farmaceutica, Petrolchimica: a causa dell’esposizione ad agenti chimici di varia natura, a farmaci e sostanze plastiche.
  • Parrucchieri: a causa del contatto con coloranti e altre sostanze chimiche (es. persolfati) e con utensili metallici, con particolare riferimento a quelli contenenti nichel.
  • Edilizia: a causa dell’esposizione al cemento (quindi ai cromati), alle resine epossidiche, alle componenti di colle e vernici e agli acrilati.
  • Meccanica e metallurgia: a causa del contatto con metalli, polveri metalliche, oli e altre sostanze chimiche.
  • Sanità: a causa del contatto con detergenti, lattice, farmaci e altre sostanze chimiche potenzialmente pericolose.

Naturalmente, le allergie possono interessare anche mansioni e settori diversi, ma quelli precedentemente elencati risultano i più soggetti a questo tipo di rischio.

Allergia come malattia professionale

Un’allergia la cui insorgenza può essere ricondotta al luogo di lavoro può essere riconosciuta come malattia professionale. Tuttavia è necessario fare un’ulteriore precisazione, in quanto vi sono patologie inserire nelle tabelle predisposte dall’INAIL e altre no, dette anche non tabellate.
Anche nel caso delle allergie, se vengono riconosciute nella prima categoria il lavoratore non ha l’obbligo di dimostrare la malattia, mentre nel secondo caso dovrà essere in possesso di un certificato medico che stabilisca il nesso tra la mansione e la forma patologica. Se l’allergia è riconosciuta dall’INAIL come malattia professionale il lavoratore avrà diritto, a seconda della gravità, ad addurla come motivazione all’assenza per malattia o, nei casi più debilitanti, a vedersi riconoscere le indennità spettanti.